Negli ultimi 20 anni il traffico di merci nel Mediterraneo è cresciuto del 500%. Si parla di una movimentazione di 53 milioni di container contro i 9 milioni del 1995. Ovviamente se sommiamo anche le navi passeggeri, pescherecci, petroliere, diportisti e quant’altro, possiamo dedurne che le collisioni in mare sono un pericolo reale, soprattutto nelle navigazioni notturne, con scarsa visibilitá e/o con equipaggio ridotto. Fortunatamente ci viene in aiuto la tecnología, sempre più diffusa anche sulle barche da diporto.
L’AIS (Automatic Identification System) è uno strumento che permette di tracciare ed identificare qualsiasi unità navale che ne sia dotato, consentendo inoltre il monitoraggio del traffico navale da parte delle autoritá competenti. Fin dagli anni ’90 viene adottato dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) che lo ha reso obbligatorio per tutte le unitá con lft maggiore di 24 metri, stazza lorda maggiore di 300 tonnellate, unitá con piú di 11 passeggeri e pescherecci con lft maggiore di 15 metri. I piú curiosi che volessero approfondire le varie sfumature possono consultare la Gazzetta Ufficiale n.58 del 08.03.2011 dove sono apportate tutte le ultime modifiche in materia, tramite il Decreto Legislativo n.18 del 16 febbraio 2011.
Come funziona l’AIS?
L’AIS viene diviso in due categorie:
Classe A: sono apparati dotati di sistema ricevente e trasmittente (l’identificazione è reciproca tra unitá che montano il sistema) in grado di lavorare con potenze regolabili sino ad un massimo di 12,5W in uso sulle navi commerciali e per i quali è necessario uno specifico patentino.
Classe B: Modelli idonei per l’utilizzo diportistico, possono essere ricetrasmittenti con potenza massima d’uscita di 2W o in alcuni modelli più economici ricevono solo il segnale senza trasmettere i propri dati.
I dati sono trasmessi tramite VHF su frequenze riservate (canali 87B e 88B) a cui viene sincronizzato un dispositivo AIS tramite il ricevitore GNSS integrato (cioé il sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile). Il segnale ha una portata ottica di circa 20 miglia nautiche se non incontra ostacoli lungo il tragitto. Il suo utilizzo è gratuito e per visualizzare i dati e la grafica abbiamo bisogno di un display di un chartplotter con carta nautica elettronica, un dispositivo radar con software AIS o un PC con un programma adatto come MarineTraffic e Vesseltracker. Grazie ad applicazioni con costi molto contenuti anche il nostro tablet o smartphone si trasforma in un chartplotter con funzione ovviamente solo ricevente del traffico AIS che ci circonda. É importante sottolineare che in questo caso è indispensabile la copertura e la ricezione dati mobili.
Quali dati trasmette l’AIS?
Dati statici:
- Nome dell’unitá
- Numero MMSI (identificativo del servizio mobile marittimo)
- Numero IMO (Organizzazione Marittima Internazionale)
- Tipo di imbarcazione e dimensione
Dati dinamici:
- Latitudine e longitudine
- BRG (bearing) é il rilevamento vero della nave dalla nostra posizione
- SOG (Speed Over Ground) la velocitá vera di avanzamento rispetto al fondo marino
- COG (Course Over Ground) la rotta vera della barca rispetto al fondo marino
- CPA (Closing point of approach) la distanza minima alla quale passerà dalla nostra imbarcazione
- TCPA (Time to CPA) è il tempo previsto per giungere al punto di minore distanza

Come usare l’AIS per prevenire le collisioni
Questo insieme di dati è utile per definire se esiste un rischio di collisione con larghissimo anticipo: possiamo sia guardare se il rilevamento rimane costante nel tempo, sia più semplicemente valutare se il CPA è troppo basso. Il dispositivo è inoltre dotato di pratici allarmi che possono essere settati a piacimento dall’utente. Una volta appurato che le due imbarcazioni sono in linea di collisione, se dobbiamo dare precedenza possiamo tempestivamente alterare la nostra rotta per ridurre il rischio a zero.
Se affrontiamo navigazioni con scarsa visibilitá, notturne, e con equipaggio ridotto o addirittura in solitario è sicuramente una valida sentinella capace di alleggerire il lavoro e rendere la navigazione piú sicura. Non dobbiamo comunque mai abbassare la guardia ed essere consapevoli che nessun sistema elettronico per avanzato che sia ci mette al riparo da possibili incidenti. La conoscenza della materia sulla prevenzione degli abbordi in mare, e una vigilanza costante sono caratteristiche primarie per affrontare qualsiasi tipo di navigazione.
Voi usate regolarmente l’AIS? Fatecelo sapere nei commenti!